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Quanto costa una pianta di tartufo bianco d’alba

Piemonte terre di tartufi

Unica in tutto per quanto concerne il tartufo, la regione Piemonte ha riaperto i bandi per la tuela delle piante che producono il prezzioso tubero il Bianco d’Alba.

Ma per cercare il tartufo sotto a queste preziosissime piante, oltre al cane ci si deve preparare ad un esame teorico e passarlo a pieni voti.

Per praticare la ricerca e la raccolta del tartufo occorre essere muniti di apposito tesserino di idoneità. Il rilascio del tesserino avverrà sulla base di un esame durante il quale il richiedente dovrà dimostrare alla Commissione competente la propria idoneità con la conoscenza, in particolare, delle norme nazionali e regionali che regolano la ricerca, la raccolta e il commercio dei tartufi freschi. L’età minima dei candidati non deve essere inferiore ai 14 anni. Le competenze in materia di rilascio e rinnovo decennale dei tesserini sono attribuite alle Amministrazioni Provinciali, le quali definiscono anche annualmente il calendario degli esami.

Ma per ritrovarci a settembre muniti di tesserino negli stessi habitat di cerca, fondamentale è il contributo dei conduttori di terreni che hanno la possibilità di tutelare le proprie piante con un particolare contributo della Regione Piemonte, ecco come fare per averlo

Indennità per la conservazione del patrimonio tartufigeno

Possono presentare domanda di ammissione al contributo i proprietari o possessori di terreni, siti in Regione Piemonte, sui quali siano radicate piante produttrici di tartufo bianco d’Alba – Tuber magnatum Picco.
Le piante che, se riconosciute produttrici di Tuber magnatum Picco, danno diritto all’indennità sono le seguenti latifoglie:

  • Querce: farnia (Quercus robur), rovere (Quercus pætrea), roverella (Quercus pubescens), cerro
  • (Quercus cerris);
  • Pioppi: pioppo nero (Populus nigra), Pioppo bianco (Populus alba), Pioppo tremolo (Populus tremula), Pioppo ibrido
  • Salici: salicone (Salix caprea), salice bianco (Salix alba), salice da vimini (Salix viminalis)
  • Tigli: tiglio nostrale (Tilia platyphillos), tiglio selvatico (Tilia cordata),
  • Carpini: carpino bianco (Carpinus betulus), Carpino Nero (Ostrya carpinifolia);
  • Nocciolo (Corylus avellana).

La domanda di indennità è presentata dal conduttore, proprietario o possessore dei terreni nei quali sono radicate le piante tartufigene oggetto di conservazione

Tutte le info sul sito della Regione Piemonte : https://servizi.regione.piemonte.it/catalogo/portale-tartufi