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Proposta Morale sulla raccolta del Tartufo in Romagna

Proposta Morale sulla raccolta del Tartufo bianco e nero nelle zone colpite dall’alluvione

Non è semplice scrivere queste righe, spero che tutti capiscano.

Dopo i disastri di Maggio, moltissime persone hanno perso qualcosa,alcune tutto, la solidarietà che il popolo italiano sta dimostrando è indubbiamente lodevole, ognuno di noi può fare qualcosa per aiutare gli abitanti.

Le aree colpite sono tutte zone a vocazione tartufigena, ogni hanno sono numerosi i tartufai che provengono da tutto il nord e centro Italia

Una cosa che il popolo dei tartufai può fare, consiste nel coinvolgere le associazioni dei tartufai diramando questa proposta basata sul principio morale.

La proposta:

Invitare i cercatori delle zone non coinvolte dall’alluvione a non andare a tartufi nelle aree colpite, questo permetterà ai raccoglitori residenti di raccogliere più prodotto di conseguenza.,…… lascio a voi la considerazione.

Inoltre le associazioni che sono sul territorio interessato, hanno la possibilità di monitorare e di studiare al meglio i fenomeni causati dall’alluvione sulla produzione dei tartufi bianchi e neri

Questa e la proposta di base, spero che le associazioni aderiscano.

Sono ben gradite altre considerazioni per modificare ed integrarle al presente.

saluti Andrea Trifolabianca

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Tartufo cinese e nordafricano: occhio alle truffe!

Il naso si rivela un buon alleato per annusare la truffa: come il tartufo originario della Cina, infatti, anche il tartufo nordafricano è inodore e insapore.

Tuber Melanosporum Vitt.Tuber Magnatum PicoTuber Aestivum Vitt.: chi ha imparato a conoscere i nomi dei vari tipi di tartufo riconoscerà sicuramente i nomi scientifici del tartufo nero pregiato, di quello bianco e di quello estivo

Ma se vi dicessimo che esiste anche un tuber indicum? Potreste pensare che si tratta di un tipo di tartufo che ancora non conoscete: e in parte è così. Ma quello che è davvero importante sapere è che il tuber indicum è una varietà di tartufo cinese che si sta diffondendo, purtroppo, anche in Italia, insieme al tartufo nordafricano.

Perché purtroppo? Perché il tartufo cinese e quello nordafricano, che non hanno nulla a che vedere con i tartufi nostrani, sono oggetto di numerose truffe

Ma per fronteggiare un nemico, bisogna conoscerlo, giusto? E allora andiamo a scoprire le caratteristiche di questi falsi tartufi, per non farsi ingannare a causa del loro aspetto e non incappare nella cosiddetta truffa del tartufo.

Il tartufo cinese o himalayense 

Il tartufo cinese è detto anche himalayense, perché cresce da ottobre a marzo in Cina, soprattutto nelle province dello Yunnan, Sichuan e Tibet. Diversamente dai tartufi nostrani, però, il tartufo cinese viene raccolto con una zappa di ferro, a causa della durezza del terreno, e senza l’ausilio di un cane da tartufo. 

Si tratta di un metodo che risulta molto dannoso per la tartufaia e che immaginiamo farà rabbrividire i tartufai italiani e gli aspiranti tali: in Italia infatti la raccolta del tartufo avviene nel pieno rispetto del terreno, attraverso l’uso del vanghetto del tartufaio (una vanga di piccole dimensioni), cercando di danneggiare il meno possibile l’ambiente nativo del tartufo, un fungo ipogeo altamente sensibile a ciò che avviene intorno a lui. 

Tartufo cinese: quando la truffa è dietro l’angolo

Il tartufo che viene dalla Cina, inoltre, è considerato una specie invasiva. Per la coltivazione nelle tartufaie, si usano spesso delle piantine micorizzate (ovvero con il fungo attaccato alle radici). Anni fa, in una tartufaia del torinese, accadde qualcosa che mise in allarme alcuni ricercatori: venne individuato, dopo alcune analisi sul suolo e sulle radici, addirittura il DNA del tuber indicum. Cosa significa? Che qualcuno, intenzionalmente o per errore, aveva micorizzato delle piantine, poi messe a dimora, con il tartufo cinese

Dagli esperimenti in vitro, si evidenziava come il tartufo cinese fosse molto più aggressivo del nero pregiato. Questo costituisce un grave pericolo per il nostro tartufo nero. Se il tartufo cinese (o himalayense), infatti, iniziasse a invadere l’ambiente in cui cresce il nostro tartufo, potrebbe causare una diminuzione della produzione del tartufo nostrano o addirittura un’ibridazione tra varietà. Questo porterebbe con sé un grave problema di inquinamento della qualità originaria del tartufo italiano, oltre che un serio danno ecologico ed economico. 

Per questo motivo, i controlli di qualità sull’analisi del DNA delle piantine micorizzate  e del terreno sono fondamentali, per evitare questo pericolo e salvaguardare l’eccellente qualità del tartufo nostrano.

Tartufo cinese o himalayense vs tartufo nero pregiato: attenti alle truffe

È molto facile confondere, a una prima occhiata, un tartufo cinese con un tartufo nero pregiato: questo perché il tuber indicum somiglia straordinariamente, per l’aspetto del peridio, al nostro tartufo nero di Norcia. E quindi, come si può distinguerli? Facendo attenzione ad alcuni aspetti particolari. 

Entrambi, come dicevamo, si somigliano esternamente, ma il tartufo originario della Cina sembra più liscio e gommoso al tatto del tartufo nero pregiato (che invece si presenta coriaceo all’esterno).

Inoltre, anche a livello di gleba possiamo riscontrare, soprattutto al microscopio, delle differenze importanti: il tartufo nero pregiato ha una gleba scura, ricca di venature bianche e fitte; quella del tartufo himalayense, invece, è più tendente al beige/grigiastro (si scurisce con la maturazione) e ha venature poco fitte, che tendono piuttosto al rosa pallido.

Tartufo cinese

Tartufo cinese: come riconoscerlo (e quindi evitarlo)?

Oltre all’osservazione minuziosa della gleba e del peridio, un segreto per riconoscere un tartufo cinese è usare… il naso: questo tartufo, infatti, a differenza del nostro nero pregiato, è assolutamente inodore (e insapore). 

Attenzione, però: se tenuto vicino ai veri tartufi neri, può assorbirne il profumo e mantenerlo per qualche ora. Spesso infatti, i truffatori mescolano i tartufi cinesi ai veri tartufi neri pregiati per permettere ai primi di assumere il profumo del tartufo nero pregiato. È consuetudine di chi mette in atto la truffa del tartufo, poi, usare anche delle sostanze chimiche, per conferire al tartufo che viene dalla Cina, e la cui commercializzazione, lo ricordiamo, è vietata per legge, lo stesso profumo di quello nero. 

È anche questo che può trarre in inganno i compratori inesperti: ingannati dall’odore, si illudono di comprare magari il tartufo nero di Norcia; ma dopo qualche ora, una volta a casa, hanno un’amara sorpresa e scoprono di aver acquistato, al posto di un tartufo nero pregiato, un tartufo cinese inodore e insapore

Per questo motivo è importante conoscere le differenze tra i due tipi di tartufo e, insieme alla prova olfattiva, osservare attentamente (anche al microscopio) il peridio e la gleba dei tartufi che stiamo per comprare. Soprattutto se ci si trova di fronte a una partita di tartufi venduti a un prezzo stranamente irrisorio, quindi sospetto, che potrebbe far pensare a una truffa

Il tartufo nordafricano e il bianchetto

C’è un’altra varietà che rischia di fare incappare chi si accinge a comprare un tartufo fresco in una truffa. Stiamo parlando del tartufo nordafricano, detto anche tartufo della sabbia, che commercianti senza scrupoli spacciano per il nostrano tartufo bianchetto o addirittura per un bianco pregiato. Anche in questo caso, il tartufo nordafricano somiglia molto al bianchetto o al bianco pregiato – a seconda della zona di raccolta – sia per quanto riguarda la gleba (nocciola con venature bianche) che il peridio. 

Come fare, dunque, per non cadere in un’altra truffa del tartufo? Come per il tartufo cinese, bisogna osservare bene il colore del peridio, che nel bianchetto maturo diventa rossastro/ruggine, e quello della gleba, che tende al marrone con venature avorio. 

Anche in questo caso, il naso si rivela un buon alleato per… annusare la truffa: come il tartufo originario della Cina, infatti, anche il tartufo nordafricano è inodore e insapore. Il tartufo bianchetto, invece, emana un profumo forte, che tenderà a ricordare le note dell’aglio e del piccante. 

Insomma, il modo migliore per non incappare nelle truffe del tuber indicum e del tartufo nordafricano è affidarsi solo ad aziende note per la loro serietà e il loro impegno, diffidando da chi offre tartufi a prezzi troppo convenienti; nel caso si voglia comprare un tartufo fresco a una fiera, poi, è sempre consigliabile farsi accompagnare da un esperto per un consiglio fidato sull’acquisto.

Articolo creato da :

TRIVELLI Tartufi

Strada Bivio Agelli,86
Roccafluvione (AP), 63093 Italia

T: +39 0736 365407
+39 0736 365838
E: info@trivellitartufi.it

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La tartuficoltura

Il tartufo è un prodotto spontaneo del sottobosco, ma è possibile anche coltivarlo. In questo caso si parla di tartuficoltura. Qui le informazioni utili

Il tartufo è un prodotto spontaneo del sottobosco, che in Emilia-Romagna si ricerca e raccoglie in molte zone ed in vari periodi dell’anno. È però possibile, a certe condizioni, coltivare il tartufo in una determinata area (tartufaie coltivate), oppure intervenire per migliorare la produttività di un’area già vocata alla produzione tartuficola (tartufaia controllata).

Qui le informazioni utili su tartufaie coltivate e tartufaie controllate, per capire chi può richiedere l’autorizzazione ad intervenire, come si gestiscono le tartufaie e a chi rivolgersi.

Tartufaie coltivate

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PROVA DI CERCA DEL TARTUFO tipo “A”

Domenica, 26 febbraio 2023

PROVA DI CERCA DEL TARTUFO tipo “A” – con rilascio di CAC

– PROVA RISERVATA ALLA CLASSE GIOVANI E LIBERA –
batterie miste maschi-femmine

PRATA DI PRINCIPATO ULTRA

Si possono iscrivere alla prova massimo n.ro … in classe Libera e … in classe Giovani

Località ACQUAVITARI 

Ritrovo presso Bar “Chocolate”
Viale dei Fiori, 3, 83030 Prata di Principato Ultra AV

Valida per il Campionato di Lavoro E.N.C.I.
Valida per il Campionato Sociale di Lavoro C.I.L.
Valida per il Campionato Regionale – Sud

Su Tuber moscatum (tartufo moscato) in tartufaia naturale


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PROVA DI CERCA DEL TARTUFO tipo “A”

Domenica, 12 febbraio 2023

PROVA DI CERCA DEL TARTUFO tipo “A” – con rilascio di CAC

– PROVA RISERVATA ALLA CLASSE GIOVANI E LIBERA –
batterie miste maschi-femmine

Località San Donnino – AREZZO

Si possono iscrivere alla prova massimo n.ro 30 in classe Libera e 30 in classe Giovani

Ritrovo presso campo gara

Valida per il Campionato di Lavoro E.N.C.I.
Valida per il Campionato Sociale di Lavoro C.I.L.
Valida per il Campionato Regionale – Centro

Su Tuber Borchi Vittadini (tartufo bianchetto) in tartufaia naturale

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Il manuale del ricercatore di tartufi

Il manuale è destinato a promuovere la conoscenza del tartufo in Lombardia, risorsa per molti aspetti ancora non bene conosciuta anche fra gli appassionati.

Il manuale, con dati riferiti al giugno 2009, fornisce le seguenti informazioni:

  • estratto della legislazione statale e regionale;
  • estratto della carta delle vocazioni e potenzialità tartufigene della Lombardia;
  • schede descrittive delle varietà dei tartufi;
  • indicazioni sul consumo e la conservazione dei tartufi freschi.

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Allegati

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La stagione del Tuber brumale 2023

Termina il 30 aprile da calendario la cerca e raccolta per questo tartufo, ma al contrario degli anni passati per questa specie considerata minore per la stagione 2022/2023 sta risultando molto interessante.

In effetti sono anni che questo tipo di tartufo non raggiungeva dimensioni e caratteri organolettici come quest’anno al contrario altre specie di tartufo come il tuber macrosprum il tuber magnatum hanno dato raccolti molto scarsi.

È sicuramente stato la stagione climatica che ha permesso a questo tartufo considerato marginale di arrivare a questi risultati consiglio a tutti quindi per questo 2023 di provare questa specie brumale applicando le varie ricette che potete trovare sugli altri tipi di tartufo nero.